venerdì 19 novembre 2010

Run Ran Run

Esco di casa in bicicletta, freddo, percorro Coventry Street con fare malandrino, ma è la sicurezza che pian pianino si fa strada nei meandri della mia psiche e comincia a prendersi cura di me; agli incroci butto uno sguardo un po' a destra e un po a sinistra, non si sa mai, abbiamo già capito, nelle puntate precedenti, che gli inglesi non sono dei fenomeni al volante. Entro nella mistica Allison Street, che mi fa simpatia perchè c'ha lo stesso nome di una canzone dei Pixies, a una manciata di metri c'è la Police Station che assomiglia a quella del Monopoli, a destra mi inchino e riverisco col pensiero verso Orwell Passage, chè ancora mi commuovo quando penso a 1984. It's time to turn on the right, dove però devo ciclare contromano in Digbeth Street, verso Nord, verso il monumentale Bullring, che sembra il Pescecane che ha inghiottito nell'ordine Geppetto, Pinocchio e il salvifico Tonno. Quindi vai di marciapiede, c'è una fermata del Bus che è sempre affollata, così devo dare fondo a tutto il mio ciclistico talento per evitare indiani, pakistani, colored, e inglesissime e attempate signore che armeggiano con i loro i-phone mentre io continuo a zigzagare tra un "sorry" e un "please"... Supero abilmente due semafori consecutivi dimostrando di avere ormai una padronanza del mezzo assai degna, e mi concentro per affrontare una serie di salite che, non saranno il Mortirolo, ma mi impegneranno non poco prima di fare il mio ingresso trionfale nel poderoso Meltin Pot di New Street. Da lì Bennett Hill, poi Newhall Street, quindi Brook Street, con il suo carico di fiori che sembra Sanremo a Febbraio, ed eccomi arrivato a lavoro.
Quando non mi devo guadagnare la pagnotta faccio un giro un po' diverso, lascio a casa la bici, ma alla fine i luoghi, per ora, son sempre quelli. La vera eccezione sta nell'evitare Digbeth Street e entrare nel Car Park del Bullring. Basta premere il numero otto dell'ascensore, uscire, percorrere il ponte più freddo della storia della Civilità Occidentale, ed entrare al Selfridges & Co., reparto cosmesi, la più alta concentrazione di figa dell'intera regione. Da lì a New Street la cosa è fatta. Poi bla bla bla...
Incredibile a dirsi, ma non è dei miei percorsi quotidiani e routinari che voglio scrivere. Ma di una cosa strana (quanti misteri cela dentro sè questa città!!!) che mi accade di vedere ogni giorno, che sia indaffarato e paonazzo in bicicletta o nullafacente e a piedi non importa. La cosa accade SEMPRE.
Succede che ad un certo punto vedo qualcuno correre... Solitamente questo Qualcuno corre come se lo stessero inseguendo 7 pitbull addestrati ad uccidere un uomo con la sola forza del pensiero; il corridore, che, piacendomi i neologismi, chiamerò il Corriente, ha la faccia di chi ha un obiettivo da raggiungere, il problema è che lo conosce solo e soltanto lui.
Il Corriente non appartiene a nessuna fascia di età, a nessuna razza, a nessuna religione; la Sua natura è assolutamente eterogenea, se sapessi cosa vuol dire! Il Corriente è un quindicenne di colore con indosso la divisa di scuola, il Corriente è un ex calciatore dell'Aston Villa, il Corriente è una cantante Gospel, il Corriente è una coppia di gemelli siamesi attaccati per un braccio... Il Corriente corre deciso, quasi spaventato, comunque fermo nelle sue intenzioni.
Dove cazzo va?
La prima cosa che ho pensato, e la state pensando anche voi in questo preciso momento, è che i Corrienti, questa strana setta, non sono altro che persone che stanno per perdere l'autobus. Poi, un giorno, ne ho visto uno al secondo piano di un centro commerciale. Gli inglesi, si sa, sono avanti, non c'è che dire, ma ancora le fermate degli autobus dentro gli shopping centers non le hanno pensate. Quindi scartiamo questa ipotesi, che tra l'altro è pure poco romantica.
Quindi? Qualcuno sa spiegarmi chi sono costoro, i Corrienti?
Forse hanno appena saputo che in quel giorno, a quella ora, una ragazza solitamente guardinga diventerà disponibile in quel dato punto della città...
Forse hanno ricevuto una telefonata:" Vieni di corsa, tra sette minuti il Principe Carlo regalerà un milione di pounds al primo che si presenta!!!".
Forse i Corrienti sono persone che hanno finalmente preso coscienza del fatto che il Regno Unito, da una ventina d'anni a questa parte, non se la passa più tanto bene socio-economicamente, che città come Manchester, Liverpool, e la stessa Birmingham, che un tempo campavano alla grande con il carbone (avete mai visto Billy Elliot?) ora hanno dovuto riconvertirre le loro economie buttandosi sul terziario; quindi io mi perdo sempre la parte in cui i Corrienti cominciano a gridare:" Cazzo, i cinesi e gli indianiiiiii, ci stanno fottendo tuttoooooo".
Insomma, qualche buon motivo per cui sti personaggi esistono e corrono deve pur esserci; anzi, sapete che faccio la prossima volta? Ne seguo uno, chissà in che mirabolante mondo mi porta. Oppure chissà se la mia integrazione qui avverrà il giorno in cui mi ritroverò anch'io Corriente, sapendo pure dove starò andando.
Intanto so soltanto che correre in inglese si traduce con Run Ran Run, che è uno degli ottomila verbi irregolari che devo assolutamente imparare a memoria. E di corsa...

1 commento:

  1. Io qui a Edimburgo i Corrienti li chiamo i Pazzi. E quando li incrocio penso, tra me e me: "Un pazzo, un pazzo, un pazzo, un pazzo".
    Ma solo perché ci sono due gradi e loro girano in canottiera e pantaloncini corti.

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