lunedì 16 dicembre 2013

Move On

E pensi che la cosa mi scalfisca più di tanto? Un'altra donna, tra le lande desolate delle sue sicurezze, nel noioso, monotono, amaro ed edulcorato cammino della propria esistenza; vituperata da sé stessa. Un messaggio fugace, giusto per capire se é proprio vero che sí, sono stato cancellato. E con me, con la mia presenza ingombrante, con i richiami della mia figura, tutto ció che ne compete. Oggi, come ieri, e domani, nessuno sforzo supplementare. Ero lí, mia piccola amica, ero lí per farti capire che le cose nuove diventeranno vecchie. Ma non solo per te. Tieniti pure le tue luci di Natale, il tuo candore fittizio, I peli da scovare negli angoli piú remoti del salone, la spazzatura sotto il letto. Quel letto. I Ragazzi Persi mi hanno insegnato, bontá loro, che la cosa piú ovvia da fare é guardare davanti, seguitare agevolmente nella scrittura di un'epigrafe che ha da venire, fino a quando ci sará ancora questa tastiera di fronte, queste parole da inventare. Si volta pagina, come ieri e come sempre; si cambia prospettiva, e si distoglie lo sguardo, unitamente alla consapevolezza che lo stesso dovrá posarsi da un'altra parte. Germoglia un fiorellino dalle parti di Coventry, germoglia artistico e fiammante, pensieroso e premurosamente impertinente. Germoglia testardo e sublime, dentro la mia testa, dentro le mie capacitá di farmi splendido; dentro le mie incapacitá di essere coerente. Ma ci provo, piccolo fiore che germoglia dalle parti di Coventry. Una strada amica mi accompagna, adesso so come assecondare il mio respiro; le beghe di pochi mesi fa sono andate via con la bruttura che si portavano dietro. C'é una cuffia in piú nella mia stanza, da ascoltarci le canzoni, da ascoltarci le voci degli attori. C'é un mondo che si muove attorno a me, ed io con lui. E c'é un piccolo, insignificante alla vista, lucido, trasandato, bello, inebriante fiore che germoglia frastagliato dalle parti di Coventry; dalle parti della mia testa. Un piccolo fiore che si insinua felice tra i meandri delle mie cervici, tra le scogliere odorose dei miei sonni crudeli. Si inserisce algido sul maglione adagiato sulla sedia della mia scrivania, mentre scrivo l'ennesima mail, mentre faccio un ordine on line. Cerca di carpire il significato di me stesso questo piccolo fiore che, notevole e microscopico, accende le luci del mio alberello. Un'altra sigaretta, un sorso al tea, l'ennesimo polpastrello ticchettante sullo schermo del telefono... e una gran consapevolezza. Nella vita, amica mia, bisogna provare tutto, e in quel tutto ci sta anche il non provare qualcosa. Quindi,amica mia fuggita verso un mondo di valori che non mi appartengono, senza vendette e “senza sangue”, te lo richiedo beffardo: pensi che la cosa mi scalfisca piú di tanto?