domenica 14 novembre 2010

The Obscure Car Park

"Park the car at the side of the road", cantava Morrissey nell'immensa That joke isn't funny anymore. The Smiths, lo sanno anche le pietre neozelandesi, è un gruppo, ormai sciolto da più di vent'anni, formato da quattro ragazzi inglesi. Lo stesso Morrissey è nato, crescito ed è diventato un'icona nella piovosa città di Manchester. Cantava, appunto, di parcheggiare un'automobile... Quindi, quella che i critici considerano la track guida del più importante album del gruppo, Meat is Murder, almeno da un punto di vista socio-politico, comincia con la frase suddetta.
"Parcheggia la macchina sul ciglio della strada"...
Perchè? Me lo sono sempre chiesto, fin da quando, adolescente e brufoloso, mi chiudevo nella mia stanzetta e azionavo il caro vecchio giradischi. "Parcheggia la macchina sul ciglio della strada"... Chissà perchè tanta enfasi, tanta importanza a queste parole. Se è vero che se le distanze fisiche diminuiscono, allora anche quelle culturali e sociali subiscono una brusca frenata, io che oggi vivo nella IPERMULTIPOLICULTURALE Birmingham oggi ho la chiave di tutto.
Darwin ci ha insegnato con piglio scientifico che l'uomo è il risultato di un'evoluzione, di un adattamento naturale alle condizioni che lo circondano. Magari, ha aggiunto qualche buontempone di studioso della psiche, l'adattamento va ascritto anche alle situazioni sociali, culturali e via discorrendo. Ma non divaghiamo, restiamo sul pezzo. Secondo me se in tutto il mondo si fabbricano automobili con la guida a sinistra e soltanto il Giappone, l'Australia, L'indonesia e appunto la Gran Bretagna fanno specie, un motivo concreto ci sarà. Forse, ma è sempre e solo una modesta e alquanto pretenziosa opinione del Vostro Umile Narratore, trattasi di scelta naturale, come se a richiederlo sia stato direttamente il nostro DNA.
Avete mai visto parcheggiare un inglese con la sua bella macchina con guida a destra? Io, per ben tre volte, ho assistito alla seguente incredibile, quasi inenarrabile scena.
Parcheggio.
Arrivo della macchina, bruschissima frenata senza motivo alcuno (la frenata la puoi fare se stai girando in cerca di un posto da venti minuti, che per la teoria della relatività formulata da Albert Einstein per la prima volta nel 1908, in virtù della tua incazzatura, diventano nove giorni di intenso scoramento); discesa dal lato passeggero, quello sinistro, dell'amico che farà fare manovra al driver (I improve my english!!!). Fin qui niente, o quasi, da eccepire, se non fosse che lo spazio in cui la macchina dovrà essere lasciata è lo stesso che c'è tra Fontana di Trevi di Roma e la Rinascente di Milano. Il guidatore fa un primo tentativo: ingrana la retromarcia (e il trac della mancata pressione sulla frizione fa muovere l'ago del rilevatore sismico del Gran Sasso), si gira come se avesse il torcicollo cronico e va indietro, piano piano; l'amico nel frattempo ha già assunto l'aria seriosa di chi nella faccenda ha un ruolo fondamentale, pare che stia assistendo ad un parto. Comunque, al primo tentativo la macchina si trova ad una distanza di, giuro, due metri e ottanta centimertri dal marciapiede.
No, bisogna riprovare. Il guidatore mette la prima e va talmente lontano che per un po' penso che tutta sta tiritera l'abbia fatta per abbandonare il conoscente in mezzo alla strada. Invece si ferma e reingrana la retro. Stavolta il rumore è più cortese, lo sente solo il meccanico che sta dall'altra parte della strada, il quale mette in preallarme il proprio operaio, non si sa mai, "questi tra un po' hanno bisogno di noi...". Il secondo tentativo è ancora più comico: il guidatore riesce a tamponare la macchina che sta dietro, che per intenderci si trova in un'altra via, e con google maps devi cambiare pagina per trovarla. Capite? L'amico apprensivo riesce a far tamponare la macchina che sta dietro. Due laureati in Astrofisica.
L'aver "tamponato la macchina che sta dietro" in Inghilterra significa, adesso lo so, che devi ricominciare daccapo. E il guidatore rimette la prima ed esce dallo spazio. Gli basterebbe mettere sì la prima, ma andare avanti e la macchina sarebbe bella che posteggiata, ma c'è la regola dell'"aver tamponato la macchina che sta dietro", non si può mica barare a questo gioco...
Io mi accorgo solo adesso che ho la bocca aperta, e anche un po' di bava che mi riga verticalmente il viso dall'angolo della bocca alla punta del mento.
Che fare? Intervenire con un sorriso e dire al guidatore:"Ok, dai, scendi che per sto giro la macchina te la posteggio io"? Mandare una mail a Bernie Ecclestone chiedendogli vivamente di revocare il titolo mondiale di Formula 1 1996 di Demon Hill in quanto figlio della Terra di Albione? Gridare e piangere?
Niente di tutto ciò. Nella vita si sa, le situazioni entropiche hanno paradossalmente un fine naturale, e non per forza noi dobbiamo stare lì a controllare che tutto avvenga secondo i canoni stabliti. Sicchè rienro a casa, prima o poi, penso, i due riusciranno nell'impresa.
Dopo dieci minuti esco nuovamente, e noto che la macchina dei due sta lì, col muso un metro dentro la carreggiata, e la ruota posteriore sinistra col battistrada ben piantato sul marciapiede...
Quasi lo vedo, avvilito e scostato, il povero poeta Morrissey che, con aria sconfitta, canta soavemente il suo verso:"Park the car at the side of the road".

5 commenti:

  1. io quando ti leggo mi diverto proprio :)
    (ah: avevo commentato un altro tuo post ma il mio commento non è mai comparso: è normale?)

    RispondiElimina
  2. E chi ci capisce niente su sto coso. Io ci scrivo e basta. Fai una cosa: commmenta qui e indica il post sul quale volevi commentare, io capirò...
    p.s. adesso però devo assolutamente diversificare; non sempre devo divertire, magari ho qualche qualità nascosta...ciao fabio

    RispondiElimina
  3. ahah! anche io all'inizio avevo molte difficoltà nella gestione del mio blog, poi però ci si fa la mano. tipo, adesso tu avresti potuto loggarti per evitare di comparire come utente anonimo.
    comunque scrivi, scrivi: io ti leggo volentieri :)

    RispondiElimina
  4. ho appena pubblicato un post scritto qualche tempo fa. lo trovi sotto, si intitola "la partita...". parla di calcio, e non è molto divertente, ma leggilo se ti va. anteprima: domani scriverò qualcosa ancora su birmingham...ciao

    RispondiElimina
  5. corro!
    ah, io scrivo di amsterdam (in un modo diverso da quello con cui scrivo sulla saRamandra) qui http://www.zingarate.com/network/amsterdam/

    che poi nell'ultimo post parlo di donovan che secondo me è cugino del tuo zoltan (come infatti ti avevo scritto in quel commento che mai arrivò).
    ma comunque.

    RispondiElimina