mercoledì 7 maggio 2014

Warning

Vi dispiace se mi allontano un po'? Questa guerra, come tutte le altre, non mi appartiene affatto. Sì, lo so, mi ci tirate dentro tutti i giorni, mi ricordate che è la mia vita. Siete così sicuri? Mi allontano un attimo, giusto il tempo di levare le àncore, giusto un manciata di minuti per salpare verso la costa occidentale. Sabbia fine e odorosa, lontano lontano lontano. Dalle talpe che rosicchiano i vestiti in cerca delle facezie che potrebbero mettermi in pericolo. Uh, che parolone. Forse un po' di difficoltà. Fuori, fuori dalla ressa gineceica che recita la parte della vite slabrata; fuori dal giro di vite che inesorabilmente mi riporta alla mia età. Ho ancora tanta voglia di sentirmi dire “no way”, di stare in costume un giorno intero, di non calcolare. Per quello sì che son troppo vecchio. O troppo giovane. Lontano dai termosifoni che non funzionano, dalle assurde richieste, dagli assurdi dinieghi ai leciti interrogativi. Lascio un'isola normale che ritroverò al mio rientro, e ciò mi basta. Basta per un po', con lo swippare a destra e a manca. Basta con l'essere swippato. Mi allontano da questa malata assenza di ispirazione, da questo combattimento ordinario contro ciò che mi tiente a questo mondo plastico e cartaceo. Ho bisogno di Banana, di nuove sonorità LoFi, di una vittoria a Bologna. Basta, per un po' vi prego, col patema di chi non ha messo il numero giusto nella casella apposita; basta con l'ometto a capotavola, con le occhiate meschine e maliziose che cercano ancora la genesi della loro natura. La troveranno mai? Basta con la vita cadenzata da risvegli improvvisi e da sigarette fumate a certe ore. Ho comprato l'adattatore, e allora giù di ricarica. Scarichiamo l'ennesima App, ritroviamo il gusto della canto e controcanto, la chitarra suonata sapientemente, uno sguardo aeroportuale. No, non sono un codardo, se è questo che stai pensando. Ricordi quando ho asserito che i miei anni avanzano? Ecco, la risposta sta lì. Adesso basta, l'ho detto che sarà solo per un attimo? Ma basta col vestito buono, con i capelli in ordine, con la pantomima della trincea, con le cattiverie gratuite. E se fossi ispirato darei a questo post un finale in crescendo.

mercoledì 5 febbraio 2014

Il Doppio Femminile

Nei miei sogni, la donna dei miei sogni ha i capelli setosi, si lava i denti davanti allo specchio con una gamba staccata da terra. Ha voce sottile, le labbra carnose, un passato delizioso la donna dei miei sogni, e mi guarda e mi capisce; e mi strapazza e ne gioisce. Nei miei sogni, la lei dei miei sogni si veste d'autunno mentre fuori è tutto sole, mentre i cani mangiano, i bambini leggono, e il giorno dopo ripopolano le scuole. S insinua docile, la donna dei miei sogni, tra le briciole annerite della mia coscienza, ci intreccia, calma, delle robuste liane, me ne fa dono senza aggettivi; me ne fa dono di ripartenza. Sogna, e ci sorride sù, la donna dei miei sogni che popola i miei sogni, mentre la sua culotte nera disegnata con la china traccia a sua volta il più ingannevole dei culi. Mentre scaccia distratta una zanzara che non morde, mentre suona lasciva una chitarra senza corde. Arriva in bicicletta, atterra con lo shuttle, suona il clacson a pompa di una macchina in stile anni 30, ha sotto il braccio una rivista che parla di arredamento, ha in testa un faro che spara coi suoi occhi verso di me, una risata sonora ma non invasiva, un braccialetto portafortuna che lascerà sul tavolo coi fiori, una voce dolce e lenta. La donna dei miei sogni ha visto il tramonto, il Cile, il gioco di ombre, la finale di doppio femminile. Nei mie sogni, la donna dei miei sogni ha perso un orecchino, e un ciuffo di capelli le si è fermato su un occhio, il mignolo distratto tra gli incisivi, una mano ferma a mezz'aria, che grossa differenza tra lei e un moscerino. Ha una macchina vintage, le gomme in borsa, Elio Vittorini in testa, e per lei io sono alto; e sbrighiamoci o perdiamo l'ultimo spettacolo, e facciamo presto, è già l'ultima corsa. Mi fa venire dentro la donna dei miei sogni, mi tiene la mano solo se passeggiamo su un prato, ha la fotta di sapere se mi piacciono quei tortellini esotici che mi ha preparato. Conosce i Cocteau Twins, i Devo, i Jesus and Mary chain, guarda con interesse l'ultimo episodio di Game of Thrones, scrive nervosa degli appunti seduta sul letto. Nei mie sogni, la donna dei miei sogni sorride solo con gli occhi, si deodora di sé stessa, apre un cassetto, per prendere le calze. È femmina, è ardita, è colta, è indovina, è goffa, è malndrina di sorprese. Ha una papà che l'ama, ha una voglia immensa di rendermi papà. Mi capisce dal respiro, taglia i rami a piacimento, cambia il filtro, “vado a fare un giro, nel palmento”. Nei miei sogni la donna dei miei sogni mi fa il più bel regalo, sparisce con mestizia, e non la vedo più; si stacca dai miei sogni, mi indica la via, mi porta nel reale dove esisti solo Tu.