giovedì 1 settembre 2011

Rompi Gli Schemi!!!

Salta giù, dai. Devi farlo, oppure no, non devi. Ma te lo sto chiedendo, lo stai chiedendo tu a te stessa. Salta! Con impeto o in punta di piedi; con tutto il tuo fardello oppure con le sole scarpe, coi lacci al vento, coi capelli bagnati, col campo visivo allargato. Lanciati, incurante del buio, o incontro alla luce; rompi il muro che ti sta davanti, per scoprire che non c'è. Fallo! Imperativo, o vocativo, a te la scelta, purché tu lo faccia. Salta, dai, vedrai che non c'è spazio per la paura, per i rimorsi. Un bel salto, tosto e duro, corposo, che mira alla perfezione; o ancora un bel salto scomposto, di quelli belli da fotografare. Salta, non aver paura, non c'è mica un cerchio di fuoco davanti a te; salta, prendendo la rincorsa, oppure abbandonandoti a peso morto. Non pensare al dopo, non pensarci affatto. Che importa se c'è un oceano di spilli appuntiti ad aspettarti, o un tiepido mare tropicale; non conta ciò che c'è alla fine del volo. Non incide sapere se c'è un materasso o una foresta. Salta, io sto qui a guardarti, oppure lo faccio con te, mano nella mano. Salta, dai, Jump! Come ha detto David Lee Roth, non che quella canzone mi faccia impazzire, ma se dopo più di trent'anni è ancora attuale significa che il compositore non era proprio uno sprovveduto. E dai, forza e coraggio, salta giù, voglio vedere un bel volo. È tutta adrenalina, una droga prodotta dal tuo corpo, una scarica secca che dall'alto guarda con sprezzo e con sarcasmo tutte le vertigini, tutte le paure. Buttati, gettati, schizza via, rompi gli schemi, potrei piangere di gioia per una cosa del genere. Salta giù! Librati e poi asseconda la forza di gravità come un rapace che si catapulta sulla preda; a capofitto, con le braccia affusolate, col bikini striminzito, con gli occhiali da sole dimenticati sopra la fronte. Salta, ma non cercare di volare, ti voglio umana e fallace, ricca. Con i sandali ai piedi, con la cavigliera a sinistra. Balza di sotto, se vuoi lo faccio insieme a te. Mano nella mano. Non ti curare del dopo, spacca in due il momento di paura, e proprio in quel lampo, quello in cui sei interdetta, quello in cui sei paralizzata dalla paura, quello in cui tutte le fobie sembra si siano impadronite di te, ecco, è lì che ti devi lanciare. Tutto passa, ma il salto, quello che tu devi fare, quello resterà per sempre dentro di te. Lo racconterai, ma ancora più significativo, lo ricorderai. E allora cosa stai aspettando? Dai, salta giù, datti una bella spinta, sorridi nel frattempo per esorcizzare i pensieri negativi, i fantasmi, gli spiriti maligni che ti bloccano dentro la routine. Entra nel mondo elitario di chi l'ha fatto prima di te, per poi rimanere parte di questo mondo. Muovi le splendide gambe a piacimento. È solo una scogliera, ricca di amore; è solo un burrone, pieno di speranze; è un immenso cratere, carico di calore, buon calore. Ed è tutto dentro di te. La domanda su quanto sei immensa te la farai dopo, intanto non pensare, non farlo. Non cercare ali che non avrai mai, non sognare l'impossibile. Fai solo così, come ti dice Fabio, salta giù! Lanciati nello spazio e invadilo con le tue bandiere, con i tuoi vessilli, con le tue armature di cui ti libererai durante la planata. Non imitare nessuno, il tuo volo deve essere solo tuo. E non cercare di essere per forza originale, il tuo volo può anche essere simile a quello di qualcun altro. Salta dai, salta giù. Impervia, accattivante, devastante, astrale, roboante, permissiva, gagliarda, viva. Semplice... come la mia richiesta, o il mio imperativo: salta giù. Se vuoi lo faccio insieme a te, mano nella mano.

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