giovedì 22 settembre 2011

Cambiando i Tempi e i Modi

Come ti senti? Come stai? E adesso? Adesso niente, sto bene, la vita continua. E ti dirò il perchè. “Mi vedo con un altro”- fu la sua frase; non mi guardava negli occhi, si sentiva disarmata, dilaniata dal senso di colpa, smarrita. Cambiano i tempi verbali, i modi, le persone. La mia prima reazione fu chiedermi il perchè di tanta indecisione. “Mi vedo con un altro,”- sarebbe dovuto essere un macigno, una freccia scoccata da chissà quale angolo sconosciuto del mondo. E invece? Invece, ancora una volta, pieno di speranze, speranze che questa nuova brumma giovinezza non finisca, ho pigiato sul tasto play ed è partito un pezzo dei My Bloody Valentine... Grazie, chiunque tu sia, grazie di cuore. Perchè, come dico spesso, adesso questa è vita. Si beve caipirinha, si sorride e si gioca; qualcuno mi dice che forse è arrivato per me il momento di avere anch'io una ID card dell'Università di Aston, c'è anche chi mi mette in mano una fotocamera, “fai qualche foto per me, please”. Poi arriva Andrea, mi porta un panino con dentro la carne, forse sto urtando la sensibilità di qualche vegetariano. Ma in fondo chi se ne fotte. Arriva la Grande M, con in testa una fascia che vorrebbe millantare per cappello; sorride la Grande M, come se volesse celare la immensa tristezza che la sta attanagliando. “Ci siamo già conosciuti”- mi dice un pakistano. È chiaro che ci siamo già conosciuti, cazzone, penso. Il brasiliano continua a sfornare caipirinhas a gogò, sfoggiamo i nostri telefonini di ultima generazione, sfoggiamo le nostre battute spiritose da alticci, sfoggiamo il nostro sapere immerso nel sapere. Poi arriva lei, col suo cappottino degno di cotanto freddo. Il resto è maledettamente ovattato. Sembriamo chiusi dentro un sogno che si trasforma, non dirò in cosa. La sua faccia è a pochi centimetri dalla mia. Cambiano i tempi verbali, i modi, le persone singolari e plurali. Lascivi e incontrollati, sento di essere sempre infatuato, sento di essere tornato in salute. Il party d'addio è tutto intorno, non ce lo stiamo dimenticando. “Posso farti una domanda?”- le dico. Lei vorrebbe sentirsi su un paio di blocchi di partenza e fuggire via. E invece annuisce, come una maestrina che sta lì per quello, fai tutte le domande che vuoi. “Perchè?”, semplice come una sciarpa stretta attorno al collo, come la foto di un tramonto, come due mani che si congiungono. I suoi occhi rotearono, cambiando i tempi e i modi e le persone. Il giardino sotto di me si fece molle e incontrollato; centinaia di sguardi mi osservarono, centinaia di paia di orecchie si tesero per carpire, centinaia di busti si torsero per acchiappare... I suoi occhi, ancora, lontani oltre le frasche, dentro il campus, verso l'ottavo piano di quel palazzo lì... “Mi vedo con un altro”. Un fulmine ti colpisce, di solito, e ti fa male, ti stordisce, ti annienta se vuole; non finsi, non ingaggiai combattimento alcuno, mentre i tempi e i modi cambiavano. E cambiano ancora. Sono sempre Fabio, il Fabio che hai conosciuto. Magari qualche festa in più, qualche apparente follia facilmente reperibile tra le pagine virtuali dei social network. Ma sono sempre io, cazzo! E da vittima indifesa mi trasformai naturalmente in uomo fatto. Cambiando i tempi e i modi verbali, tendo la mano, non preoccuparti, ci vediamo domani per un drink, facciamo una chiacchierata, magari proverò a farti cambiare idea. Non c'è poi molto da ribadire, l'amore è solo uno specchio multiplo che si diverte a riflettere quelle poche, migliaia di facce che hai. “Avevo paura di farti del male”- mi disse. “Sei sicura che non avevi paura di fare del male a te stessa?”- le avrei detto a parole, ma bastarono gli sguardi. Gli sguardi di lei in fuga continua, il mio inusualmente fermo sulle sue pupille, il giardino, sabbie mobili, battuto e distrutto. “ Ecco a voi il Re di Birmingham”. Sì, andiamo tutti allo Yardbird, a bere un Cuba Libre, a chiacchierare ancora ed ancora. Lei non venne, ostinata, cambiando ancora i tempi e i modi, le persone, i singolari e i plurali. Cammino da solo per le strade del City Center, sacramento un po' di qua e un po' di là. Ma la pioggia sottile che mi punteggia il viso mi ricorda quanto sono vivo, anche in un momento di positiva sconfitta come questo. Quindi, “come ti senti? Come stai? E adesso?”. Adesso niente, la vita continua, continuò. Continuerà!!!

2 commenti:

  1. Ogni storia ha un suo finale. A volte il narratore ci stupisce con una trovata che non ci aspettavamo; altre volte conferma i sospetti che cercavamo di nascondere anche a noi stessi. Ma una storia è una storia: che il finale sia lieto o triste, finita una, se ne comincia un'altra. E come al solito, le tue storie continuano a piacermi...

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  2. "In three words I can sum up everything I've learnt about life: it goes on." Robert Frost

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