giovedì 9 giugno 2011

APOlogia di un Tradimento

Dedicato a SaraLaSaramandra, amica mia infinita, che mi ha insegnato il valore dell'autodisciplina


Ce l'avevo, era qui con me, e l'ho perso. Era nitido e incontrastato, soft, ma ben delineato; e poi è andato via. Non so come ma l'ho perso. Ce l'avevo, amici miei, fino a ieri, in cucina, tra un'insalata ed una pizza; mentre armeggiavo con i coltelli, come fossi un guerriero giapponese. Era con me, bell'e fatto; lo tenevo in tasca, lo tenevo nel cuore e nella mente. Pareva che fosse attaccato alla mia gamba come una cagna in calore; scorreva libero ed impavido, come ancorato ad un blocco di ghiaccio; era poetico come una bandiera che sventola sotto il sole, con i suoi colori, con la sua storia. Aveva ritmo e incandescenza, musica e vita. E proveniva da me. C'era, cazzo, ce l'avevo, poi...”la sua pelle, nuda, a pancia in giù, appoggiata sui gomiti”. Ed è scappato! Io ce l'avevo, mi si era presentato con beltà, come fossi seduto su un trono ad accogliere i doni; lui, non il capolavoro, ma insomma, ci siamo capiti, c'era ed era mio. Ce l'avevo, con tutte le sue cosine al posto giusto. Matto e imbranato, ma simpatico e col senso del gusto. Mi si schiudeva davanti come una sonata, poi...”la sua peluria non invasiva, la sua mano a malcelare il viso, i suoi occhi verdi, il suo sorriso solo per me”. Fuggito, volatilizzato, evaso. Eppure era qui, scolpito nel marmo della mia coscienza, marchiato a fuoco, tra una battuta con i ragazzi ed una pedalata verso casa. Io e la mia autostima, io felice di dire a me stesso di essere uno scrittore. Infatti era qui con me, candido e bastardo, fallace ed imprendibile. Aveva fatto tutto lui, come ogni mercoledì, poi...”la sua schiena bianca, le mie dita ad esplorarla, a camminarci di sopra, il suo culo”. Come è arrivato è andato via, ma a me sembra impossibile, perchè era qui, ce l'avevo, non pareva potesse auutocongedarsi così, non lasciandomi traccia di sé. Cose nuove e strane mi capitano, e mi chiedo se alla mia età possa essere normale. Fa niente! Importa che è sparito, ce l'avevo ma è sparito, ce l'avevo... qui con me, pietra angolare della mia produzione, un morso ad un panino fragrante e ben farcito. Ce l'avevo, matto e disperatissimo, macabro e implorante, poi...”i suoi movimenti, la sua fica, stagliante di rosso, rispetto al nero del suo pube”, e lui è scappato via! Ancora e ancora; non l'ho neanche cercato, non ho chiesto di lui, e a chi poi? Era con me, come una danza, come un indirizzo completo su un foglietto di fortuna, come una camminata su una morbida moquette. Scorreva a velocità di crociera dentro di me, insieme ci prendevamo il maltolto, come ogni volta, d'altra parte... ce l'avevo, nucleare e tavolozza di colori, parto naturale perfettamente riuscito, prodotto chimico che sgrassa senza aloni, poi...”le sue cosce aperte, io dentro di lei, il suo dito in bocca, la sua testa girata”. Era forte e descrittivo, metteva la carica, ce l'avevo, l'ho perso. Ce l'avevo, armonico e potente, mi chiamava e aggiungeva qualcosa, e poi ancora qualcos'altro. Mi beavo alla vista dell'ennesimo miracolo, fino a ieri, quando ce l'avevo, piegato ben bene, stirato e ammorbidito, vitreo e cangiante; follia pura, come solo uno come lui sa essere senza scadere nella volgarità. Era con me, lo stronzo, poi...”la sua lingua nella mia bocca, implorante di farla godere ancora e ancora, i suoi capezzoli duri a completare seni bianchi modellati nella panna, i suoi fianchi ancora tra i miei palmi”. Sfuggito, partito per la tangente, ce l'avevo, fino a ieri, poi mi ha abbandonato. Ancora e ancora mi chiedo come sia stato possibile perderlo; perdere lui che marciava con fierezza, delicato e ostile, poncio con il quale ci si scalda nei momenti di freddo, tazza di cià buonissima; sapevo di poterlo lasciare un attimo lì, tanto lui non si sarebbe mosso. Poi, puff, come in un sogno, come in un incubo, come nel peggiore degli incubi; ed io solo, poi...”ancora i suoi occhi, ancora a giocare con la sua pelle, con i peli del suo pube, con i suoi capezzoli rosei”. Ce l'avevo, amici miei, il mio post del mio benedetto blog. Poi l'ho perso...è andato via; “come lei”.

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