giovedì 15 agosto 2013

Tempo Perso

Abbiamo avuto la possibilità, e forse l'abbiamo sprecata. Nel tempo e nello spazio, tra i dilemmi di una vita rosicchiata e spolpata; oppure tra i vituperi di un'esistenza a cui abbiamo rotto ill respiro all'ultimo secondo, prima di fare il grande passo. Abbiamo sperperato tutti i momenti buoni per sederci su una panchina, per fare la spesa al mercato più economico, per preparare i sandwich, per guardarci negli occhi, socchiudendoli ancora di più; per fare l'amore su un prato. Abbiamo frustato, e poi lasciato scappare, tutte le mie debolezze, le abbiamo viziate, le abbiamo ignorate, trattate come cause perse. E lo abbiamo fatto colpevolmente. Ti ho chiesto di salvarmi, dalla mia vita agevole, dai miei rimandi adolescenti, dai giri a vuoto di un'esistenza senza sangue, senza beato sacrificio; ancora e ancora a dar conto a melense attrattive, a girandole di parole, a insensate scenate, a lugubri stolti personaggi. Vorrei solo unn po' di pace, una birra in frigo, un animale domestico, un consiglio da dare. Vorrei stendermi sulle tue gambe, arricchire vieppiù ogni momento che mi resta da vivere, dare a me una chance. E soprattutto darla a noi. Ma ci stiamo ancora impelagando in studi eccessivi, in occhiate allo specchio, in tagli di capelli. Tu, tra le mille ansie che ti bloccano nei deserti di una solitudine che solo apparentemente ti solleverà; io, come quando fuori piove, dando credito a follie vuote, a menzogne parallele, a gravi eccessive maldestre minacce. Abbiamo lo stesso spirito, la stessa età, le stesse paure, ma punti di osservazione differenti. E la cosa grave è che lo sappiamo entrambi. Eppure continuiamo a perdere tempo; a perdere, a perdere questo splendido inusuale tempo, fatto di gradi centigradi, di sole forte e tenero, di ombre e di alberi. E di cantine di vini, di borse da comprare e poi rivendere, di futuri incerti e di passati misteriosi. La possibilità ce l'abbiamo avuta, e ancora adesso, chiunque tu sia, anche se vediamo gocciolare via i secondi, un piccolo spiraglio resta. Come quando ti ho baciata, e ho sentito il tuo fremere, le tue voglie assopite, le tue paure bastarde, per un bastardo come me. Eppure so che non aspettavi altro. E allora te lo chiedo e me lo chiedo: perchè? Perchè questo vilipendio alla natura che ci contraddistingue, perchè darla vinta ad una vita di rinuncie, perchè crogiolarsi ancora nel mare torbido dei plastici sacrifici? Perchè, giovane donna? E se sarà troppo tardi? Se la neve verrà, e con essa gli ennesimi colpi di tosse? E se i prati non saranno più accoglienti? E se le rughe ci diranno che tutto sarebbe ridicolo? Adesso, ora, immantinente, fai le valigie e poi rifalle di rimando. Fabio nonostante tutto sono, e nonoostante tutto aspetto, dieci chilometri o solo cinque minuti di cammino; una pizza o nove portate. Nudi o con gli orsacchiotti stampati sulla felpa. Una sigaretta furtiva, fuori, in giardino. A rendersi conto che poi, alla fine della fiera, può anche cambiare il tempo attorno a noi, ma alla fine, quel tempo non l'abbiamo realmente perduto.

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