martedì 24 luglio 2012

La Guerra Senza Senso

Io l'ho visto stamattina. Volevo comprare un giubbotto, stavo seduto in macchina, dietro. Volevo un giubbotto, quello lì. Con le maniche asportabili, di due colori double-face, perché ce l'hanno tutti. Lui guidava la macchina, stava al volante, e io stavo dietro, volevo solo comprare un giubbotto, e speravo che lui non si tirasse indietro all'ultimo momento. Stamattina ho visto il freno, la mano che si interponeva tra me e la mia voglia di adolescenza. Volevo solo comprare un giubbotto. E guardavo dal finestrino della macchina, e lui guidava, e lei lo affiancava, sempre. Lui guidava e io guardavo fuori dal finestrino, e speravo che non cambiasse strada, che non decidesse di far valere il suo potere, le sua potestà, il suo becero caporalato. Combattevo una guerra impari. Non volevo una guerra impari. Per la quale ero disarmato. All'idea di perdere il giubbotto, mi venivano i brividi, sentivo già l'odore dell'umiliazione. L'ho capito stamattina, l'ho visto, mentre il mio giubbotto, comprato nonostante fosse di un colore che non mi garbava, ma mai avrei detto che saremmo tornati un'altra volta, perché un'altra volta avrebbe avuto un solo significato, cioè quella di morire abortita o scacciata come un bambino deforme da un villaggio medievale, mentre il mio giubbotto sarebbe stato mio fino al mese di maggio, mentre il mio giubbotto non sarebbe mai stato perso di vista, mentre il mio giubbotto chissà dov'è finito, io stamattina, l'ho capito. E l'ho perdonato, per le sue debolezze, per il sangue che mi ci lega, per tutto quello che si è perso, per tutto quello che ancora perderà; per la sua guerra vinta quando era impari, e per la sua guerra finita quando gli ho concesso la tregua senza aspre condizioni, senza fare prigionieri, senza dettare termini. Io l'ho visto stamattina, mentre Black Francis mi cantava ad un orecchio, esattamente come allora, mentre mi accarezzavo i polpacci da quindicenne, esattamente come a quei tempi; mentre il mio cuore batteva forte, proprio come quando guardavo fuori dal finestrino, non perdevo la mia falsa fierezza, e speravo inerme che lui non cambiasse idea. E speravo inerme che lui ne fosse felice.

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