venerdì 11 maggio 2012

I Due Zingari

Avevano tutto. Avevano un letto per dormire, una serie tv, un pacco di biscotti. Avevano tutto, i bicipiti e le spalle, un gergo, il dinamismo e una speciale abilità nel mettere le palle in buca. Avevano armadi, pochi, e vestiti, quasi tanti. Avevano occhiali da vista. Avevano le note al punto giusto, le travi, le favole, i martiri quotidiani, gli appuntamenti mancati, le saune del cervello, la strada piena di persone, la strada spoglia, gli alberi, i treni; avevano la libertà di salutare tutti e andare via. Avevano documenti in regola, avevano la domenica mattina; avevano diversissimi modi di vivere la domenica mattina. Avevano poesie e dizionari, amiche venute da luoghi lontani, e amiche venute da luoghi vicini. Avevano tutto, anche se mancava loro il ferro da stiro, anche se mancava loro l'asciugacapelli, anche se mancava loro... Avevano i giochi, i libri, i film, le poltrone, i sofà, la telepatia. La bistecca con sopra un uovo, le mercanzie della mente, i bambini che indicavano la strada, i bambini che indicavano le stelle. Avevano musica e colori, strati su strati di cioccolato, tatuaggi, suonatori di cetra. Avevano la luna che illuminava le finestre, avevano il sole che illuminava tutto, soprattutto le finestre. Avevano baci e abbracci, venti minuti di automobile, cinque minuti a piedi, otto di bicicletta; avevano la pioggia sotto il sole, un Egitto in cui rifugiarsi, un Pakistan da bombardare. Avevano un piano, il decimo, o il primo; avevano una cucina, la quarta da destra. Avevano la disperazione, i pugni, le birre, il valzer e la capacità di capire in anticipo i tradimenti. Avevano l'incombenza di lavare i piatti, quella di cucinare la carne, quella di dover dimenticare e quella di resistere. Dita veloci, passi felpati, luride ambientazioni, cappucci per coprirsi, pistole spianate formate da indici e pollici. Avevano risposte per tutto e grandi interrogativi; avevano fratelli lontani, cessi a pochi passi, francesine che non volevano scoprirsi. Avevano storie da raccontare, un amico a Bocca di Porto, un'amica vicino allo stadio. Avevano grandi interessi e interessi molto terreni, attrezzi e prodotti per pulire il tutto. Avevano micce e detonatori, plichi da consegnare a vecchi attori come fosse una corsa contro il tempo. Avevano voglia di ritornare al futuro, un ballo da anelare, un'idiosincrasia da qualche parte negli angoli nascosti dei loro corpi; avevano ancora strade da percorrere, e sguardi rivolti all'indietro. Avevano caratteristiche uniche e imprendibili. Avevano tutto questo, insieme a mondi lontani. E ce l'hanno, chissà per quanto tempo ancora. Avevano un Sogno, e lo stanno inseguendo. Adesso.

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