venerdì 20 aprile 2012

Niente Additivi

Mi piacciono le feste rumorose, tutto qui. E magari arrivarci un po' in ritardo. Scrutare nei volti della gente convenuta il giubilo per il tuo avvento, la noia per ciò che è successo fino a quel momento, la preoccupazione. Mi piace andare alle feste, piene di “musica e di gente, giovane e animata”, il Candido Poeta entra sempre in gioco. Entrare subito in sintonia con le persone che stanno lì, a colpi d'anca, che per i primi momenti sono sporadici, quasi di riscaldamento, poi diventano sempre più parte della festa. Divento sempre più parte. I bicchieri sparsi per le terre, i tavoli di vetro che miracolosamente restano intatti, sebbene più di un ginocchio ha avuto l'ardire di sbatterci contro. C'è chi si produce in una conversazione a tre, chi guarda dalla finestra e pensa alla ragazza che lo ha lasciato, chi fa il simpatico; c'è chi è simpatico. Mi dilettano le feste rumorose, in cui nessuno tocca le tartine preparate con cura da un'amica della padrona di casa, in cui è sempre vuota la bottiglia del tuo drink preferito, e allora sei costretto a ripiegare su qualcosa di diverso. Mi garba fare parte di un piccolo nucleo terrestre, di una scatola chiusa che non si cura del tempo che c'è fuori, pioggia o vento, neve o sole, dall'altra parte del mondo. Chè il mondo, per adesso, è qui. Mi piacciono le feste, soprattutto quelle rumorose, quelle fatte nell'appartamento di qualcuno, che non ha l'ardire e l'intelligenza di pensare che quando tutto sarà finito dovrà fare operazione faticosa di rigeneratura, di pulitura. Quelle feste, o party come si dice in questi luoghi, durante i quali puoi scorgere qualunque tipo di attività umana. C'è chi si apparta nell'angolo più remoto della stanza, provando a dare un senso sessuale alla propria serata; c'è chi si da all'alcol, c'è chi ha delle cose da dire proprio a quella persona lì, e allora la festa è già finita, perchè la conversazione è lunga, ma d'uopo. C'è chi si imbatte su qualcuno già conosciuto, non si sa dove e quando, c'è chi crede che basti poco per conoscere una ragazza e portarla a letto, ma poi deve irrimediabilmente ricredersi sulle plastiche facilità della vita. C'è chi si ostina a pensare che che la gente, alle feste rumorose, ha una aerea natura, come fosse bidimensionale, e allora non crede affatto che ognuno dei convenuti, alle feste rumorose, ha una propria vita, un proprio passato, un vissuto. E allora ci si perde, perchè anche alle feste rumorose non bisogna mai perdere di vista il senso della vita. Perchè il senso della vita sta, in qualche misura, dentro le feste rumorose. I massive parties sono un'allegoria fantasiosa dell'esistenza in salsa tecno-pop, sono un piccolo scibile delle nature di ogni dove, in cui tutti provano a trasmettere qualcosa usando youtube e propinando agli altri i propri gusti musicali. Dinosaur Jr per me, o magri un pezzo grunge dei Bush, che secondo me sono stati sottovalutati, o magari soltanto offuscati dagli altri gruppi del panorama di Seattle. Questo vorrei dire alle feste rumorose del venerdì, o del sabato. Poi la musica scivola sorniona dalle parti dei pezzi in cui ci si può cimentare in balli poco convenzionali, molto dirty. Ma la festa continua ad essere rumorosa, ha voglia la padrona di casa, a fare “shhh” formando una croce con il dito indice e le labbra. Durante le feste rumorose puoi dire quello che vuoi alla ragazza con la quale stai ballando, lei è troppo brilla per rendersi conto dei tuoi errori-orrori grammaticali, lei è troppo andata per capire, così una risata alla fine della frase, lei ti viene dietro, e scoppia in una risata per una battuta che non ricorderà in eterno. Alle feste rumorose, quelle che mi piacciono tanto, c'è “musica e c'è gente, giovane e animata”, c'è birra, c'è vino, c'è chi ha messo i jean's, c'è Fabio con la t-shirt di Doolitle dei Pixies, c'è sempre una fotocamera in azione, c'è gusto, c'è teoria, c'è tanta pratica, c'è gente che vorrebbe aprire un ombrello. Mi piacciono le feste rumorose, e devi fare la fila per andare in bagno. Fumi l'ennesima sigaretta quasi baciandoti con la finestrella aperta e dalla quale entra un gelo quasi innaturale, ne offri una a qualcuno che le ha finite e non ha avuto l'accortezza di fare scorta. Passa un joint assassino, e io mi chiedo se ci sia bisogno di additivi, visto che la festa rumorosa basta a se stessa e a noi tutti. Mi piacciono le feste rumorose, anche perchè, scusate l'ardire, ci si può produrre in un bel peto puzzolente, e magari dare la colpa del tutto al vicino di baldorie. Tanto nessuno avrà il coraggio di lamentare un bel niente. E poi ci si incammina furtivi verso la fine, e allora ci si rende conto del troppo bevuto, del troppo fumato, del troppo gridato. Lo rifarei stasera stessa. Perchè mi piacciono le feste, soprattutto quelle rumorose.

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