venerdì 17 febbraio 2012

Oligarchia

Facciamo che... facciamo che io e te ci scambiamo le persone, organizziamo una partita, componiamo le squadre. Facciamo che io mi prendo subito mio padre, per l'onestà, a te adesso la scelta. E se hai finito subito, aspetta, io devo forse ancora cominciare. Prendo con me Zoltan, per l'educazione; Zoltan, che difende tutti noi, per il gusto delle giuste cose. Facciamo che secondo me tu sbagli nel tuo secondo giro e io allora incalzo di brutto e prendo Andrea, per come si mette lì a cercare di capire le persone, per l'olio di gomito che ci butta dentro. Facciamo che mi prendo Christian per la signorilità, un paio di iraniani per il senso di amicizia, Buccirosso per la bravura a teatro. Prendo con me Claudia, perchè è bello avere un'amica donna, e allora prendo anche Cri, un'immensa quantità di Roberta, e tutto quel gineceo che quando si tratta di parlare lascia sempre la porta aperta. Prendo Luigi, per insegnargli che la buone educazione, a volte, è sinonimo dell'essere coglione. Prendo un paio di politicanti, che ci ricordino di non perdere l'abitudine alla veglia; un calciatore intelligente e che abbia vinto tanto, che ci racconti di quella volta a Berlino, e di come è bello vivere le soddisfazioni e di indossare della sconfitta il manto. Tu ci stai ancora pensando? Eppure hai molto più mucchio su cui sparare. Ad ogni modo, io scelgo ancora mio fratello, quello di prima, quello di ieri, quello che aveva cose da insegnarmi, e me lo tengo stretto, non si sa mai, potremmo avere bisogno di lui per una partitella in allegria. Facciamo che prendo Frank per il pugnetto che ci scambiamo la notte prima di andare a dormire, e il Candido Poeta per la poesia. Facciamo che fa pace con Robert, e allora portiamo pure lui, per una chitarra da suonare pizzicando sulle corde. Portiamo Benni per le storie notturne, e Baricco per le storie di tutto il giorno. Visto che ci siamo, prendo pure Banana per la leggerezza della sua presenza, e la Saretta che ci racconta di rane e di mondi umidi e fatati. Porto con me la mia mamma, non per altro, a tutto l'amore aggiungerebbe la pasta con le sarde, e i biscotti al cioccolato. Porto con me anche Quando, che merita di non stare sola con le sue sbarazzine follie. Facciamo che prendo La Muta, che sorda non è, e capisce tanto di musica. Prendo Omar che ha la macchina, l'Inghilterra che ha i treni, l'intera città di Cardiff che tra un po' visiterò. Prendo il Calcio Catania, visto da questa strana angolazione. Facciamo che con me viene pure uno sconosciuto, ma di quelli dall'aria comprensiva, così che gli possiamo raccontare le cose, senza necessariamente aspettarci consigli. Sei in difficoltà? Strano, hai tanto di quel lerciume da cui attingere. Pensaci pure, io intanto prendo con me Angelo per il senso di amicizia e Luca che ha sempre idee che ti cambiano la vita con levità; acchiappo al volo chi riconosce la mia bontà. Ti lascio il resto e la marmaglia, ti lascio il numero e la quantità; preferisco il martirio di una sconfitta temprante, di una vittoria sudata. Perchè ti lascio il marciume della nostra società, mentre con me viene il meglio del meglio. Porto ancora Marco che mi dice la verità con la forza della sua antipatia, Beppe che ci apre gli occhi facendoci ridere di acume, tutti i backpackers dallo sguardo sagace, e la vita di campus. Porto gli sguardi dal finestrino del treno, la chiacchierata dal barbiere, il Bambino, le ali che si spiegano tutte le volte che qualcuno suona allo Spotted Dog; facciamo che viene con noi la potenza del suono lo-fi, gli Yppie Flu, i God is an Astronaut, tutta la discografia dei Pixies, tre pezzi a scelta di Paolo Nutini, la filosofia di Niccolò Fabi. Porto con me la scena madre di Arancia Meccanica, tutte le scene di Good Fellas, il monologo meraviglia di Musica da un'altra stanza. Facciamo che con noi viene Sciù, che ci insegna la vita, l'amore e la buona creanza.

1 commento:

  1. Da un caro amico accetto ben volentieri anche i rimproveri per la mia sconsiderata fiducia nel genere umano. ;-)

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