sabato 19 novembre 2011

L'Ultimo Bacio

Pochi metri, la mia stanza, la cucina, il passaggio di servizio. Poi il cancello automatico, che è sempre rotto, e bisogna aprirlo facendolo scorrere con le mani. Pochi metri, tra me e una macchina costosa, che profuma ancora di nuovo; dentro c'è il mio passato, le mie battaglie vinte, le mie guerre perse. Ancora pochi passi... Portami nelle vallate, tra il verde, tra i cavalli, nell'assenza di gravità; portami tra le staccionate di campagna, chissà chi gliele ha messe lì. Conducimi tra i rovi, facendo attenzione a non rovinare i maglioni nuovi, comprati insieme, con il vento in faccia a scombinare i capelli tenuti insieme da fermaglietti da bambina; portami nelle domeniche lontane, sfidando la legge gravitazionale, scavando una fossa e seppellendo tutte le “cose brutte”. Tu che sei il mio passato di battaglie vinte, di guerre perse. Portami tra i nostri sospiri, tra le nostre capacità di stupirci con niente, tra le frasche e i cespugli; tra i cani che abbaiano lontani, tra i nostri sguardi sorridenti. Pilotami dentro una stanza pulita, scevra di polveri assassine, accogliente perchè familiare, disarmante ma buona e dispensatrice di felicità. Portami in un'altra dimensione, dove non ci sono gli agghiaccianti fatti che Ti bloccano ancora, che Ti disarcionano dal galoppo che vorresti condurre. Facciamoci compagnia in quest'ultimo viaggio. Che è nostro! Scortami nella vallata delle cose che sarebbero state se non fossimo stati noi. E se non fossimo stati noi non sarebbe stata la stessa cosa. Il cielo è perfetto come piace a Te, le nuvole hanno solo un ruolo artistico, il tempo non c'è, stavolta non ci può battere; il legno è di un colore caldo che ci mette dentro una infinita voglia di coccole. Di coccole vere, di coccole nostre. Sciogli i tuoi capelli, tienili a mia disposizione, li voglio toccare, così come il Tuo capo che adesso è uno solo. Cammina davanti a me, traccia la strada che dobbiamo percorrere in quest'ultimo viaggio insieme verso la anelata felicità. Fingi di rattristirTi per qualcosa, cerca le mie mani catartiche, poggiale sulla Tua fronte, aggiungi legna al fuoco di ciò che siamo. Sparisci, solo per un attimo, e poi riemergi dal nulla, e dammi ancora la sensazione di essere tanto importante. Io, che sono una lapide bidimensionale. Ma aspetta, non ho ancora finito. Prendimi per mano e portami al mare, con una canzone di Fabio in sottofondo, col profumo delle lasagne pronte all'ora di pranzo, col profumo della vaniglia tipico delle spiagge, col profumo di Te che non ha eguali, e che a volte odio così come si odia il campione che vince sempre. Ritroviamoci lì, sotto un albero i cui rami non ci hanno mai ospitati, le cui foglie non ci hanno mai fatto da colonna sonora con il frusciare del loro muoversi accarezzate dal vento. Con i jeans macchiati di verde, con le scarpe che “così non ci entri nella mia macchina”. Senza il Tuo viso solcato dalla lacrime, ancora una volta; senza il peso di quest'incommensurabile colpa che ancora mi scaglia contro un muro fatto di vetri rotti. Trasportami, per l'ultima volta, nelle vallate che danno sul mare, verso la visione delle onde che si fanno bianche di schiuma contro gli scogli. Catapultami dentro un supermercato, scegli il dentifricio meno costoso, muovi ancora le Tue mani alla ricerca dello spray per capelli, rimproverami per la mia lentezza nel portare il carrello. Adesso insegnami a volare, il Tuo corpo sembra perfetto per farlo; e allora dammi la soddisfazione di guardarTi negli occhi mentre planiamo sulle cose che ci hanno sconfitti, mentre ci prendiamo quest'effimera consolazione, questa vendetta bastarda. E adesso abbracciami, per l'ultima volta, o solo per l'ennesima; abbracciami a orologeria, con le lancette che scorrono, e io vorrei tanto fermarle. Abbracciami con decisione, con Amore, con grinta e con conforto. Perchè adesso finalmente so che non è vero che Tu ami solo te stessa. Troppi metri, tra una macchina costosa e il cancello automatico, sempre rotto, che va fatto scorrere con le mani; chilometri per guadagnare il passaggio di servizio della cucina, addirittura giorni di viaggio per giungere finalmente nella mia stanza che mi ospita solo per pochi giorni. Così ripenso alle battaglie vinte, alla guerra straperduta. Ed eccomi esibirmi in un'esibizione di bel pianto... Buoni Sogni!!!

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