giovedì 19 maggio 2011

Io Non Resisto

È la settimana degli addii; la settimana del turn-over, perchè solo io riesco ad essere ottimista con regolarità. La settimana degli addii, o degli arrivederci, dei saluti. La settimana degli ultimi sguardi, degli abbracci, delle carezze, sporadicamente dei “non ti dimenticherò”. Antonella si è stufata, troppe angherie secondo i suoi gusti, addirittura soprusi, in quella sala del ristorante in cui basterebbe fare come faccio io: cantare, e pensare che il mondo è anche degli stupidi che non sanno vivere. Antonella ha invece deciso che tutto è saturo, arrivederci e grazie, magari alla prossima; e io resto l'unico italiano che lavora in un ristorante italiano. Chiederò un premio per questo. Armin ha fatto la stessa scelta, o magari l'aveva già fatta tanto tempo fa; il fatto è che dentro quella cucina la sua gentilezza made in Iran mi mancherà come l'aria, come l'acqua. La settimana degli addii, delle strade che si dividono, delle curve pericolosissime, degli scossoni; metti la prima e riparti. Da qualche altra parte, riparti; magari ti consiglio una buona musica da ascoltare durante il viaggio, un buon pezzo dei Karate, o La Nona di Beethoven... La settimana degli addii, piccole coltellate, piccole ferite che aspetti solo che passino, così diventano cicatrici da far vedere agli amici, da ammirare davanti allo specchio. Ester, anche lei mi ha dato l'ultimo abbraccio, ultimo abbraccio accompagnato dal solito memorabile verso (“oooohhhhh”); Ester ha scelto l'Australia, ha scelto l'Amore, ha scelto la sua vita, non sapendo che anche qui per lei è stata vita; e mi mancherà, e facendolo mi ricorderà la mia umana natura. Gli addii, non è vero che sono così malvagi, essi sono Esistenza, assegnano ruoli, stratificano, nel senso buono del termine. Quindi dovrei in qualche modo essere grato a questa benedetta settimana degli addii; alla sua capacità di indirizzarmi verso nuovi punti di vista; punti di vista propri, fisici, terreni. Anche Tonno è andato via, ma lui per dire addio ha premuto il tasto della sordina; si è allontanato con passo felpato, come fosse un topo di appartamento, con il tutone nero, con la faccia nascosta, con lo sguardo rivolto in un'altra direzione. Povero Tonno, non avere il minimo senso della riconoscenza reca con sé la più grande povertà che un uomo possa detenere; è come se si camminasse sciancati, o senza un braccio... che delusione scoprire che nella settimana degli addii c'è spazio anche per chi cerca di sfuggire alla propria coscienza. L'addio è una belva feroce, devi armarti, talvolta, di frusta e sedia da domatore per tenerlo buono; può perfino capitare che dalla filodiffusione esca fuori una di quelle canzoni melense che marchieranno a vita quel momento. Ma poi ci fai l'abitudine; ma poi l'abitudine non ce la vuoi fare, perchè tutti i sentimenti vanno vissuti con trasporto, anche gli addii. La settimana degli addii, delle ultime occhiate, delle fotografie mentali, “ti ricorderò così”... Alicia e Sarah, le mie alunne di italiano, andranno via pure loro, dopo feste della schiuma, nottate alcooliche, ed eterne parodie della vita liceale. Hanno vent'anni Alicia e Sarah, e ho come l'impressione che dopo l'anno brummo cominceranno a diventare adulte, e sapranno qualche parola di italiano in più. E io resterò qui, abbrancato al mio punto di osservazione, chè se qualcuno prova a spostarmi divento una belva. Anche Julia ha detto addio. Il clima è quello che si respira in aeroporto, “dlin dlon, è in partenza la settimana degli addii, recarsi al gate tal dei tali ”. La settimana degli addii, l'addio straziato che ho rivolto a Klaudia, che ha fatto un repentino giro, e da amante occasionale è passata ad essere amica in cerca di aiuto, bambina da proteggere, donna che deve da sola trovare la sua strada. Klaudia e la sua bellezza dovranno trovare la forza di perdonarmi... Questa, amici cari, è la settimana degli addii; non degli unici addii, ce ne saranno altri, ma questa verrà ricordata come tale, come un punto alla fine del capitolo. Si cambia pagina. Non lo scorgete l'entusiasmo che ne scaturisce? Ma sì, basta guardare dentro la settimana degli addii per capirlo; sembra un lifting, una cura rigeneratrice. Chi vuole può rimanere, dentro il cuore, sì, dentro il cuore. Mike, fratello metà canadese e metà polacco, dice addio anche lui; lui che ha avuto la fortuna di litigare con me più volte, chè io do 'sta confidenza solo a chi realmente merita... La settimana degli addii è grigia e blu, è un punto concentrico dal quale partono corsi che si snodano in tutte le direzioni; i panorami si diversificano. Nuove foglie, nuovi tipi di asfalto... Addii grandi e immensi che si mescolano agli addii di tutti i giorni, quelli dell'ostello, quelli ai quali non fai più caso. Macroaddii, di coloro che prima di andare lasciano qualcosa da mettere nel tuo scrigno personale. Io no, io non resisto, e resto qui...

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