giovedì 14 aprile 2011

Babelerama

Let me know when the dream is over... un'invasione, pacifica e terribile, viva e mortifera. Due viaggi paralleli, fusi, diventano uno solo. Con Seila facciamo una cosa da Guinness, lei mi parla in spagnolo, perchè viene da Saragoza, io le parlo in italiano, perchè vengo da Catania. Passiamo del tempo insieme, tra un “como se dise” e una frase pronunciata very slowly. Let me know when the dream is over. Una ford Ka, che nella mia vita non fa mai male, le strade Brumme, un colpo di tosse; “Sicilian, porta il tuo libro di italiano”- già, tempo un mese e dobbiamo parlare un 'altra lingua. Un'altra ancora... Seila mi porta allo Spotted Dog, tredici o quattordici minuti di arrampicata sui muri impervi delle nostre rispettive mothertongue, qualche sorriso, uno shortino di bacardi con dentro della coca-cola per me, una cerveza per lei. Patatine al gusto di formaggio e cipolla. Sguardo furtivo (mio) verso il grande schermo del pub, Manchester United- Chelsea a volte mi chiama. Let me know when the dream is over... Allacciate le cinture, il legno del tavolo è troppo accogliente, e così si materializza la Babele tipica dei miei giorni diventati mesi di questo lungo, molto probabilmente interminabile, soggiorno inglese, Come un viaggio lento verso Nowhere, perchè a volte la destinazione è di gran lunga meno importante del tragitto. Ecco Vangelis, il Greco, con la sua giacca nera sulla maglietta girocollo, con la sua capigliatura alla Batistuta; porta seco (scusate, era una vita che volevo scrivere “seco”- ce l'ho fatta finalmente) Valerie, che viene dalla Francia. Valerie parla anche lo spagnolo, così Seila può cimentarsi senza affanni. E' un viaggio in cui le strade non sono propriamente strade, sono più bolle di sapone. Dal nulla si materializza Anna, “Arscentina”, vive a Parigi, “e che ci fai a Birmingham?”- domando io, ingenuo. La risposta è talmente articolata che neanche la capisco. Let me know when the dream is over... Puoi scorgere, sul ciglio della strada immaginaria, queste collinette che nascondono il Più Bel Mondo, quello che ti piace. Seila, con la sua bellezza dei diuturni dolori, a volte si chiude nei suoi tormenti passati...ma solo a volte. Adesso il viaggio è illuminato da luci notturne, l'andatura è lenta, come se dovessimo fermarci per prendere il traghetto, “sveglia, dobbiamo proseguire a piedi per un po'”- e l'aria diventa piacevolmente fresca, rinvigorente. Una sigaretta, rigorosamente in the garden, un piatto sconosciuto di Curry, Seila, Anna e Valerie si triangolano una conversazione fittissima in ispanico; Vangelis mi guarda e mi sorride, chè lui non ci sta capendo un cazzo, con quel suo pizzetto che lo rende simile a Belzebù, ma un Belzebù buono... Da un altro tavolo arrivano risatine in portoghese, la band suona del jazz live...ma è un suono sordo, quando incontro gli occhi di Seila, e i miei pensieri si formano in tante lingue differenti. E ancora una volta Let me know when the dream is over. Arriva James, che fa il tifo per Norwich, jeans bassi, t-shirt fintamente trasandata. Poi Susi, lituana che ha vissuto in Spagna; scambiamo due parole, ridiamo, mentre una ragazza dai capelli strani ci guarda, e sorride anch'essa. “Fabio”- mi chiamano col mio nome. E allora è ufficiale, faccio anch'io parte di questo gruppo che rimanderà per sempre la decisione finale di stabilire la propria natura, work in progress... Seila è stanca, domattina deve alzarsi alle sei, andiamo via. Non sembra più un pub lo Spotted Dog, sembra il soggiorno della casa di tutti noi. Let me know, please, when the dream is over; il momento dei saluti è lungo, gioioso e per nulla formale. Saliamo sul Coche, “in italiano macchina”, il sorriso degli occhi di Seila non tarda ad arrivare; le strade brumme si sovrappongono perfettamente a quelle del nostro viaggio personale (e di gruppo), fino a quando devo scendere, devo salutare:”ciao”. “Hasta luego ”. Birmingham, la Sicilia, l'Aragona, il Rio de la Plata, la Grecia, la città di Giovanna d'Arco. Il coche immaginario ha fatto un bel pezzo di strada, parlando una lingua soltanto. Quella di una Babele viva e mortifera, terribilmente pacifica. Sì, te lo chiedo per favore, let me know when the dream is over. E fallo dolcemente...

1 commento:

  1. I feel like I played some part in your dream so... dont let the dream be over! Never!

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