venerdì 11 marzo 2011

Le Maiuscole Differenze

A Sciù

E adesso da dove comincio? Non basterebbe un quadernone a righe, non basterebbe un giga di memoria, non basterebbe la vita centenaria. Perchè tutte le altre situazioni sono splendide, emozionanti, scostanti, arbitrarie, meravigliose, normali, ma sono terrene. Tu sei fondamenta, Tu sei il libretto delle istruzioni, Tu sei le radici del mio nuovo essere. Universo. Il mio nuovo essere nato con Te, che esistevi già, il 12 marzo di tanti secoli fa. E ogni giorno ho la riprova che esisti in me. Le luci sono intermittenti, si accendono e si spengono; la Tua è un Sole Perenne. Quarantacinque chili di forza estrema, un monospalla, una domanda stupida. “ti presento il mio piccolo mondo semplice di cose semplici, ne trarrai beneficio”- dicesti così, anche se non lo dicesti. Io lo sapevo; sapevo perfettamente che mi sarei tuffato in un oceano di cose sane. Come le crepes alla nutella, come la pasta al forno della nonna o le cotolette alla besciamella di Tua madre, come i compiti di Chiara, il Tuo letto nel pomeriggio, i Tuoi piedi sulle mie scarpe, love actually; le dita da shopping, “e metti la camicia stasera”. Ma veramente dobbiamo fare la contabilità di tutto ciò che abbiamo fatto? Ci facevamo compagnia in qualunque circostanza, perchè eravamo coppia, per noi e per gli altri. Insieme abbiamo comprato tre macchine, una quantità industriale di abiti, le macine per la colazione, troppo pochi viaggi, e una quasi casa. Eh già, la contabilità non è mai stato il nostro forte, e comunque non renderebbe mai ciò che realmente Tu ed io abbiamo rappresentato per noi stessi e anche per molta altra gente. Perchè non c'è prezzo per la mia mano che si posa sul Tuo naso, e Tu me lo lasci fare. Perchè la simbiosi non la si ricerca con la forza, essa arriva con incredibile impeto e neanche te ne accorgi. Si trova un posticino in mezzo a noi, mentre sulla stessa sdraio guardiamo il mare, mentre in pizzeria mangiamo e parliamo e ridiamo, mentre mi presento a qualcuno e Tu mi riprendi per la faccia che faccio... A Minorca mi nascosi dietro una porta, ma mi beccarono subito, che perfetta allegoria! Sciù, quattro lettere di una poesia popolare, quattro mondi che formano una galassia che con tanta lena ho attraversato. E mi sono fermato all'ultimo chilometro, che coglione. Ma torniamo lì, a quando ci facemmo prendere dall'anelito. “Siamo morti”. Sì lo so, adesso stai sorridendo, e quella fossetta miracolosa si sta aprendo come una voragine dalla quale esce una quantità infinita di colori. Mi hai fatto paura, Piccola Mia; ed è per questo che oggi posso solo approfittare dei Tuoi insegnamenti. E dovresti vedermi, vedere con quanta applicazione lo faccio. Ma c'è ancora tanto da fare, anche se so che, nonostante la Tua assenza, nonostante la mia assenza, sei sempre qui con me. Telepatia! La pasta col tonno, i Tuoi perdonabilissimi “mi secco”, le chiavi della casa del mare. La granita lì, dove ho avuto la infelicissima idea di rendermi blasfemo. Colpa mia, colpa mia, e della mia inaudita mancanza di palle. E poi, a te, che di palle ne hai sempre avute in quantità esagerata... Torniamo lì, all'anelito, alla bambina che eri; una bambina pronta ad impartirmi la lezione:”seduto, adesso ti spiego la vita del mondo semplice delle cose semplici”. Pendevo dalle Tue labbra piccole, mai truccate. Perchè quando Ti truccavi sembravi ancora più bimba. “Sono già a letto”, e i miei sogni prendevano forma. E li rendevo incubi, perchè pensavo di averla capita la lezione, e invece conoscevo solo e soltanto la teoria. Piccola Sciù, nel nostro giorno mi verrebbe da sgridarTi (quante volte l'ho fatto), e chiederTi: come abbiamo potuto? Come abbiamo fatto, Tu, con i Tuoi detti non detti, ed io, con i miei fatti non fatti? L'8 giugno, il giorno più bello, se riusciamo ad estrapolarne uno tra gli innumerevoli, fu anche quello più agrodolce, con la consapevolezza che non ci saremmo visti per troppo tempo. Anche se in seguito, Piccola Mia, abbiamo attraversato l'alta marea, ci siamo messi su uno spaccaghiaccio e abbiamo rotto... ma poi, ci siamo arenati, stoppati da una maledetta immobilità che bloccava me e inaridiva Te. E le mie colpe, laddove riesco sempre a primeggiare in questa speciale competizione, si sono rivelate imperdonabili: prendere per degli animali feroci dei semplici moscerini. Non rinnego quello che ho fatto, se l'ho fatto per me. Continui a pensarmi come a qualcosa di speciale, in fondo al Tuo cuore, se l'ho fatto per me. Perchè la Tua natura si eleva, e non c'è alcun paragone in ciò. Il fatto è che adesso sto girando il mondo, so di tanta gente, di tanti uomini e di tante donne, e niente si avvicina minimamente a Te. Ma torniamo lì, solo per un istante, a quell'anelito, ai venti euro sottobanco per non mortificarmi, alla più bella passeggiata a cavallo della mia vita, ai cinema sotto casa. Il sapore dell'arrivo a Giardini, le chiacchierate nonsense con Cristiano il Matto; i Tuoi amici che si sposavano e tracciavano la nostra via...e io che facevo finta di niente. Al Tuo piccolo mondo semplice di cose semplici, talmente piccolo e di cose semplici che non sono riuscito a raggiungerlo, non sono riuscito a trarne beneficio. Adesso che siamo lontani, adesso che abbiamo abbandonato anche i bicchieri d'acqua naturale per darci all'alcool, adesso che abbiamo cambiato capigliatura, abbiamo la riprova del fatto che quel filo esisterà sempre, l'unione non ha bisogno di frequentazione. E' così per noi, e per gli altri forse, ma abbiamo capito anche che non per forza ci dobbiamo preoccupare per le vite altrui. E che sei reale (e regale), anche negli anfratti più nascosti di una città che niente ha a che fare con le nostre spiagge, con le nostre strade, con il nostro posto preferito. E come quel miracolo che accadde secoli fa, quando avevi un monospalla in più e tanti ricci da tenere a bada, ti raccomando alla vita, sperando che per Te ci sia un miglior domani, “quando (…) ci accorgeremo che non ritorna mai più niente, ma finalmente accetteremo il fatto come una vittoria”. Visto? Niente poesia, niente costruzioni artefatte in ciò che scrivo. Quelle le riservo per le altre situazioni, che sono splendide, emozionanti, scostanti, arbitrarie, meravigliose, normali... ma Piccola Mia, come facciamo Tu ed io a spiegare agli altri che sono terrene, e non hanno niente a che fare con la incredibile avventura senza precedenti e senza futuro che è nata il 12 marzo di tanti secoli fa?

2 commenti:

  1. m hai commosso. cristiano

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  2. Dovresti andare dalla tua amica e abbracciarla. Perchè il bene che ti voglio, che è immenso, me l'ha insegnato Lei...

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